Nel mondo della numismatica, quello che conta è rimanere aggiornati. Sì, perché lo studio certosino e sempre costante, permette di poter contare su una conoscenza piena ed assoluta che spesso non si arriva nemmeno a possedere del tutto, per evitare di intoppare in possibile truffe. Quindi, per iniziare una raccolta di monete occorre prima essere preparati a tutto.
Ci sono infatti delle situazioni per cui i guadagni, perché di questo alla fine si tratta quando si parla di monete rare e preziose, possono raggiungere cifre davvero spettacolari. E’ il caso, ad esempio, della moneta da 20 centesimi di euro, ormai sempre più rara e meno frequentemente nelle nostre tasche, che oggi potrebbe raggiungere anche i 300 mila euro. Ma prestate sempre attenzione a ciò che state cercando: vi diciamo noi perché.
Perché alcune monete valgono davvero un occhio della testa!
Si sa, quando una valuta entra in disuso, tutto ciò che non è stato ritirato dalle banche e risulta ancora circolazione, entra a pieno titolo tra le monete da collezione e che possono valutare tantissimo. Ma ancora di più diventa importante se queste monete così rare e preziose appartengono a valute ancora attive e circolanti, e che per di più hanno un peso considerevole dal punto di vista dei mercati finanziari.
Nel caso dei 20 centesimi stiamo parlando proprio di ciò. Quello che determina il fattore di importanza di una moneta dal valore nominale così basso è legato: al mercato che influenza il costo delle monete attive, l’importanza della valuta di riferimento (l’euro in questo caso) e il rapporto con le altre monete attive e forti nello scenario mondiale.
La moneta di 20 centesimi che vale fortuna.
Determinare quale sia quindi la moneta da 20 centesimi di euro che vale davvero una fortuna è cosa da intenditori: solo un numismatico esperto potrà dirvi se la vostra moneta da 20 centesimi vale 300.000 euro. E questa dovrà rispondere a questi dettagli in particolar modo, che sono alla fine gli stessi che determinano il valore altissimo di alcune monete; ecco quali sono:
- si tratta di una moneta in Fior di Conio: mai usata, mai circolata e quindi perfetta
- in uno stato di conservazione pressocché immutato
- la presenza di errori di conio
- l’assenza di alcuni particolari, come lettere o dettagli delle figure
- il motivo della coniazione, ovvero se si tratta di una moneta commemorativa
- l’anno di conio
- il numero della tiratura, che può ovviamente variare da Paese a Paese
Tutti questi elementi ci permettono di dire che la moneta da 20 centesimi di euro non è quella che stiamo cercando, perché con nessun di questi dettagli possiamo arrivare a definire possibile un simile importo per una moneta ancora in circolazione e assolutamente attiva; ma si fa riferimento a una moneta del 1863, che è appartenuto al Regno d’Italia e ha fatto il giro del mondo. Chi oggi la possiede si può considerare davvero ricco.
Quindi, l’errore fondamentale che si commette in questi casi è il fatto di lasciarsi trascinare dall’idea che tutto ciò che si possiede possa avere un valore. Generalmente non è così, poi ovviamente esistono le eccezioni alla regola, ma per lo più è bene affidarsi a delle conoscenze più precise per evitare di imbattersi in questo tipo di errori che non aiutano nella definizione del valore delle monete, soprattutto quelle del passato.