Trovare una spiga sulle vecchie lire può valere addirittura oro in qualche caso, nel senso pratico di un valore molto elevato: le emissioni monetarie del vecchio conio italiano infatti sono da sempre molto riconoscibili ed in particolare dalla dismissione della lira, anche monete che un tempo erano quasi ignorate data la loro frequenza di utilizzo sono divenute pezzi rari.
Non è stata solo una la moneta con la spiga, ma diverse, oggi analizzeremo quelle che ragionevolmente sono più “facili” da trovare nella maggior parte dei casi ma allo stesso tempo quali sono gli specifici esemplari che possono davvero permetterci di ricavare un importantissimo compendio di denaro, venendo ovviamente il pezzo giusto, magari al collezionista giusto.
Spighe sulle monete
La spiga infatti indica un valore presente sulle monete di tanti altri paesi oltre a quello italiano: spesso è presente oppure è stato presente sulle emissioni di piccolo e medio taglio, in quanto evidenziano la capacità produttiva agricola, elemento fondamentale ma anche la forza della natura che incide parecchio su un paese data la centralità del grano.
Considerando solo le monete italiane post 2° guerra mondiale, la spiga più famosa è sicuramente quella sulle monete da 10 lire concepite dagli anni 50 fino a pochi anni dalla dismissione della lira, quindi per quasi mezzo secolo. Ma come detto, non è stata assolutamente l’unica emissione contemporanea a presentare una spiga di grano.
Le lire con la spiga: quanto valgono?
Anche sulla prima moneta repubblicana italiana da 2 lire la spiga è stata presente, in una forma diversa, stavolta singola e non doppia come sulla 10 lire. Questa moneta però è rimasta in produzione per pochi anni specificatamente dal 1946 al 1950, ed è stata la prima 2 lire concepita in Acmontial. Oggi è quindi più rara della 10 lire, ma cosa le differenzia?
- La 2 lire con la spiga presenta per l’appunto la spiga sulla parte frontale, mentre vi è una figura di un contadino intento ad arare un campo
- La 10 lire invece presenta una doppia spiga sul fronte principale (il “dritto”) mentre presenta la raffigurazione di un aratro sull’altro lato
La 2 lire è sensibilmente più rara, mediamente un pezzo vale tra i 10 ed i 50 euro, mentre un esemplare del 1949 vale fino a 140 euro se in perfetto stato, allo stesso modo un esemplare del 1947 è rarissimo e vale da circa 500 euro fino a 2000 euro per un pezzo in Fior di Conio, quindi in condizioni praticamente identiche al nuovo, appena uscito dalla Zecca.
La 10 lire è invece meno rara ma non per forza meno interessante, i pezzi in eccellene stato coniati negli anni 50 valgono infatti fino a 40 euro, mentre esemplari come quelli del 1954 possono spingersi fino a 100 euro se in eccellente stato di conservazione. Rilevante anche l’errore di conio del 1991 che presenta il verso, ossia il lato con il timone, girato al contrario, capovolto, che vale dai 40 fino a 200 euro.