Digitale terrestre: ecco la lista dei canali che non si vedranno più

In un mondo sempre più tecnologico, dove quello che conta risultano essere i risultati in termini di audience e di sintonizzazione, a richiedere un miglioramento in termini di qualità audio e video è sicuramente la tv, che guarda all’innovazione come qualcosa di imprescindibile, ma che richiede tempo e soprattutto il sistema giusto da attuare perché tutti, anche i meno propensi al cambiamento, abbiamo modo e maniera di adattarsi.

A colpire in particolar modo è il cambiamento che verte sul fronte del Digitale Terrestre; un cambiamento questo che comunque è già in atto da mesi, forse qualche annetto, è che porterà a una rivoluzione importante sul fronte della visione tv. Cerchiamo di capire più nel dettaglio di cosa si tratta e perché è stato pensato in questi termini il cambiamento del Digitale.

Nel tempo della rivoluzione del Digitale Terrestre

Cominciamo subito con il dire che non si tratta di una rivoluzione repentina e immediata, ma è predisposto un cambiamento graduale, a lungo termine, iniziato già da qualche tempo: nel 2003, infatti, in Italia hanno cominciato a presentarsi i primissimi movimenti in tal senso, per raggiungere l’obiettivo di sostituire il tradizionale segnale analogico, con quello digitale. Un processo che non interessa solo la tv, ma qualunque altro aspetto della vita quotidiana. Ma in questo caso colpisce di più perché alcune tv raggiungeranno uno stato obsoleto, richiedendo la loro sostituzione per poter godere la visione dei nostri canali preferiti.

L’innovazione in questi termini punta a una migliore qualità dell’immagine e del suono, alla possibilità di potersi sintonizzare su un numero sempre maggiore di canali connessa anche all’interattività, cioè metterci nella condizione di rivedere programmi persi o accedere ai contenuti on-demand. Ma sono garantiti servizi aggiuntivi: parliamo di sottotitoli, audio multilingue e informazioni sui programmi. Il processo per raggiungere questi risultati ha visto praticamente il passaggio dal sistema DVB-T1 al sistema DVB-T2, che purtroppo non tutte le tv supportano, nemmeno con l’ausilio di strumenti riconosciuti in tal senso e posti dal di fuori.

Cosa succederà?

Purtroppo chi possiede un tv obsoleta, sarà costretto ad affrontare un acquisto per poter continuare a guardare la tv. Ma oggigiorno è davvero raro trovare una casa dove non ci siano tv all’avanguardia che non rispondono ai requisiti del nuovo sistema; inoltre, quelle tv di qualche anno fa, possono essere comunque recuperate aggiungendo un decoder di supporto, che ha comunque costi decisamente inferiori di fronte all’acquisto di una tv nuova. Ma cosa accadrà nello specifico:

  • spariranno alcuni canali: sono soprattutto quelli che non hanno sottoscritto le politiche messe in piedi da questo tipo di rivoluzione
  • si miglioreranno molti aspetti, come l’accesso immediato a tutti gli strumenti tecnologici di cui disponiamo già oggi, come anche guardare film e cartoni animati, documenti e altre forme televisive private.
  • tutto l’analogico sparirà per incentivare il digitale e renderci tutto maggiormente visionabile e udibile

Certamente occorrerà ancora del tempo perché tutto si concretizzi, ma possiamo che in Italia ci si sta muovendo per mettersi al passo coi tempi nel più breve tempo possibile, raggiungendo i risultati di molti altri Paesi d’Europa e del resto mondo. Consideriamo anche che tutto ciò è possibile anche grazie alle politiche in essere da parte delle maggiore stazioni tv italiane che abbracciano e sostengono questi miglioramenti che guardano verso la televisione del futuro.

C’è quindi un atteggiamento decisamente molto proposito al riguardo, dove non mancano certamente i momenti di stop per capire se si sta procedendo verso la direzione giusta, oppure occorre sistemare ancora qualche piccolo dettaglio per rendere il passaggio da un sistema all’altro facile e meno di impatto possibile, soprattutto da parte degli utenti che sono di fatto la garanzia per questi nuovi modi di intendere la tv.

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